Stazione a S. Lorenzo in "Panisperna"
Giovedì della 1a settimana di Quaresima Dal colle Esquilino al Viminale la stazione quaresimale sosta in questo giovedì nella chiesa di San Lorenzo in Panisperna. Il diacono Lorenzo fu tra i Santi più venerati a Roma, dove la tradizione vuole che durante le persecuzioni di Valentiniano fosse martirizzato con il tormento del fuoco. Per questo Papa Gregorio II, nellVIII secolo, scelse questa stazione nella chiesa qui costruita e denominata in "Panisperna" perché derivata dal nome della via dove veniva donato del pane ai pellegrini che partecipavano ai riti sacri. La chiesa originale era certamente molto antica ed era denominata San Lorenzo in Formoso riferito all'omonimo pontefice dell'anno 896. Fu poi demolita e il Cardinal Sirleto nel 1573 ne chiese la ricostruzione a Francesco da Volterra che la iniziò nel XIV secolo. Entrando si nota un grande affresco del 1597di Pasquale Cati da Iesi, allievo di Michelangelo che volle riempire la parete principale del tempio con la sua opera dove in un primo piano si nota Lorenzo seduto sulla graticola non curante delle spasimo del corpo bruciato, ma in atteggiamento da vincitore. Egualmente un altro affresco di Antonio Bicchierai del 1750 raffigura qui sempre il martirio del santo titolare. La processione stazionale in questa chiesa si muove con fatica e a stento scende le scalette che portano nel luogo sotterraneo dove avvenne questo martirio. Di qui si prosegue su un piazzaletto quieto dove diventa melodioso ascoltare i frati francescani salmodiare in questo piccolo luogo dedicato allo "stauroforo" di Cristo.
Credits for the sketch -- Vatican Website.)
Venerdì della I settimana di Quaresima
Questo giorno, "venerdì delle Quattro Tempora di Primavera, ci ricorda ancora l'antica preparazione degli ordinandi (Sacerdoti, Diaconi) con i così detti scrutini. Per questo venivano scelte chiese grandi.
L'immensità solenne della basilica dei Santi XII Apostoli accoglie i pellegrini che vi si recano a pregare sulle tombe degli Apostoli Filippo e Giacomo e sui sepolcri dei numerosi Martiri, che qui, nella vasta e suggestiva cripta a mo' di catacomba, " in pace sepulta sunt".
Si sa che, nel VI secolo, dopo le guerre gotiche, il generale Narsete avrebbe chiesto e pagato la costruzione di una chiesa, quale ex-voto, chiesa che sarebbe stata edificata e consacrata dai Papi Pelagio I e dal suo successore Giovanni III. Pur mancando resti archeologici è dato pensare ad una basilica più antica probabilmente costruita nel IV secolo da Giulio I.
Sappiamo che la chiesa era riccamente ornata di mosaici e immagini, perché Papa Adriano I, in una lettera a Carlo Magno la cita come esempio dimostrativo e che gli antichi onoravano così le immagini dei Santi. Un grande terremoto del 1348 la danneggiò notevolmente, i Papi erano ad Avignone finché Martino V, Oddone Colonna, eletto al Concilio di Costanza nel 1417, la restaurò.
Nel maestoso tempio non si può non ammirare il quattrocentesco portico a nove arcate di Baccio Pintelli, che lo divide dalla facciata commissionata al Valadier dai Torlonia. Anche il genio del Canova qui rifulge con il monumento a Clemente XIV opera completata unitamente al sommo incisore Volpato.
Inoltre la più grande pala d'altare esistente in Roma qui trovasi dipinta dal Muratori; nel corridoio attiguo al tempio si erge il monumento al Cardinal Bessarione opera questa attribuita a Michelangelo.
Tutto intorno all'altare centrale vi sono teche e reliquiari di questo sacello di Martiri, che ci aiutano a fare giungere al Cristo le invocazioni che in questo tempio scendono come misterioso raggio di speranza.
(Sketch provided by Vatican website.)